“Ha vinto la linea della ragionevolezza”, questo il commento a caldo di Simonetta Rubinato, Presidente di Veneto Vivo, sulla decisione del Cdm di approvare il rinvio delle elezioni amministrative e regionali. “Ritengo che il solo dibattere sul tema, mentre è ancora in corso l’emergenza sanitaria e i cittadini sono ancora in grande maggioranza in lockdown, sia stato inopportuno e fuori luogo. – dice Rubinato – Oggi è necessario che gli sforzi di tutte le istituzioni siano concentrati su un solo obiettivo: fare ripartire, in sicurezza il Paese. Le piccole e medie aziende del Veneto, se sicure, devono vedere riconosciuta la loro richiesta di riaprire in sicurezza o ci ritroveremo ben presto a fare i conti con gravissime ricadute economiche e sociali che impoveriranno la nostra società. Inoltre chi è al governo nazionale e regionale deve dare presto risposte chiare e concrete alle famiglie con figli a carico, si deve pensare a come e quando sarà possibile riaprire le scuole e garantire il sostegno immediato ai genitori dei bambini, in particolare nella fascia 0- 6 anni. Confido poi – prosegue Rubinato – che, rispettando il sentire dei veneti, il Governatore, che voleva addirittura votare a luglio, terrà conto nella scelta della data delle elezioni regionali della necessità di non sperperare inutilmente denari dei cittadini, indicando un’unica data (election day) con le elezioni comunali.
Ritengo in ogni caso che parlarne oggi sia comunque prematuro perché molto dipenderà da come evolverà la situazione sanitaria, anche perché l’attività di una campagna elettorale comporta di per sé numerosi rapporti sociali, riunioni, incontri pubblici. Non sarà semplice garantire pari condizioni di partecipazione democratica sia per i cittadini che per chi vuole avanzare delle nuove proposte di governo della Regione. In modo particolare ricordo che, in base alle legge elettorale del Veneto, eventuali nuovi soggetti politici che volessero partecipare, non essendo già presenti nell’attuale Consiglio regionale, dovranno raccogliere oltre 13mila firme autenticate di cittadini. Dovendo comunque limitare i contatti tra le persone, sorge la necessità di approvare in Consiglio la riduzione di almeno il 50% delle firme necessarie – chiude – se si vuole garantire davvero la partecipazione democratica e la possibilità di rinnovamento”.
Francesca Costa – Giornalista – cell: 3294962199